Vedendo le immagini di Foto Bruta la prima cosa che mi è venuta in mente fu Caravaggio; come il geniale pittore, Gastón scolpisce le sue figure con la luce, crea il volume e la profondità facendo sorgere dall'ombra quello che vuole metterci davanti agli occhi. Un altro punto in comune è il modo di comporre, scenografico, drammatico: lì dove Caravaggio giocava con la contrapposizione tra sacro e profano, Gastón ci pone di fronte alla dicotomia intimo-pubblico.
In Foto Bruta si trovano molti elementi comuni alla fotografia contemporanea (il ritratto intimista, lo stile reportage, il chiaroscuro) pero, ed è questo il suo pregio principale, utilizzati quasi in contraddizione. Mi spiego: l'urgenza e la imprevidibilità della fotografia giornalistica è utilizzata in composizioni "con copione", chiaramente costruite a coscienza, generando una sensazione di incomodità, di perdita dei riferimenti visivi, che è la forza motrice di tutto il lavoro di Gastón.
Ma lasciamo che sia lui a spiegare il perché di Foto Bruta:
"Foto Bruta nasce dalla revisione dei miei primi registri con una camera digitale compatta (diciamo una basica, dove non si possono controllare il tempo di esposizione, né la distanza focale, ecc). In quei registri ho trovato un linguaggio estetico comune, qualcosa che stavo facendo vedere senza esserne cosciente. C'era, in quelle prime foto, inquadrature, colorazioni e forme di registrare che mi stavano dicendo qualcosa, ma venivano da un discorso che non avevo ancora elaborato.
Partendo da lì, e di, chiaramente, comprarmi una reflex digitale, ho cominciato a pensare alle cose che non mi piacevano di un certo registro egemonico che circolava in quel momento e ho stabilito alcune linee generali di lavoro: quel che registro non si ritocca con Photoshop e simili. Parlo di corpi, Non ritocco i visi dei miei ritratti, né i corpi. So che per questo motivo, e dirò di più, per questa decisione estetico-politica, il mio lavoro si ubica nelle antipode della fotografia "patinata ed iper-saturata" che circola da qualche anno grazie alla fotografia pubblicitaria che determina quali corpi sono validi i quali no. In effetti, la prima serie di Foto Bruta ("Aguas Aéreas") fu realizzata con un corpo di 53 anni.
In Foto Bruta si trovano molti elementi comuni alla fotografia contemporanea (il ritratto intimista, lo stile reportage, il chiaroscuro) pero, ed è questo il suo pregio principale, utilizzati quasi in contraddizione. Mi spiego: l'urgenza e la imprevidibilità della fotografia giornalistica è utilizzata in composizioni "con copione", chiaramente costruite a coscienza, generando una sensazione di incomodità, di perdita dei riferimenti visivi, che è la forza motrice di tutto il lavoro di Gastón.
Ma lasciamo che sia lui a spiegare il perché di Foto Bruta:
"Foto Bruta nasce dalla revisione dei miei primi registri con una camera digitale compatta (diciamo una basica, dove non si possono controllare il tempo di esposizione, né la distanza focale, ecc). In quei registri ho trovato un linguaggio estetico comune, qualcosa che stavo facendo vedere senza esserne cosciente. C'era, in quelle prime foto, inquadrature, colorazioni e forme di registrare che mi stavano dicendo qualcosa, ma venivano da un discorso che non avevo ancora elaborato.
Partendo da lì, e di, chiaramente, comprarmi una reflex digitale, ho cominciato a pensare alle cose che non mi piacevano di un certo registro egemonico che circolava in quel momento e ho stabilito alcune linee generali di lavoro: quel che registro non si ritocca con Photoshop e simili. Parlo di corpi, Non ritocco i visi dei miei ritratti, né i corpi. So che per questo motivo, e dirò di più, per questa decisione estetico-politica, il mio lavoro si ubica nelle antipode della fotografia "patinata ed iper-saturata" che circola da qualche anno grazie alla fotografia pubblicitaria che determina quali corpi sono validi i quali no. In effetti, la prima serie di Foto Bruta ("Aguas Aéreas") fu realizzata con un corpo di 53 anni.
Un'altra decisione è stata giocare con i modi della fotografia giornalistica, utilizzare quella urgenza, quel sommergersi nei fatti con la camera fotografica, non essere un passivo spettatore di quello che scelgo di registrare. E per ultimo, stabilire un vincolo previo con chi scelgo di fotografare, proporli un ritorno al ludico, rivendicare quello spazio di gioco dove quel che succede davanti all'obiettivo della camera non è la cosa più importante. E' in quel precedente che il vincolo si carica di significato, dove succede "la magia", molto prima del primo scatto.
www.fotobruta.com.ar
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